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Dati e riflessioni sulla violenza di genere

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Su suggerimento di @R

Nelle ultime settimane molto si è parlato di violenza di genere e del cosiddetto femminicidio: il Ministro Boschi annuncia l’intenzione di mettere in campo una “task force” sul tema.

Ma l’Italia è davvero un paese particolarmente violento verso le donne? I casi di violenza contro le donne, in particolare il femminicidio, sono più diffusi da noi che altrove?

Ecco alcuni articoli che affrontano l’argomento e mettono a confronto i vari Paesi, portando i risultati di vari rapporti e indagini sulle violenze contro le donne: a partire da un’analisi di Sabino Patruno del 2013 su Noise from Amerika focalizzata sulla situazione in Italia, passando per Huffpost e Io Donna sui dati del 2014 che rilveano il maggior tasso di femminicidi nei paesi scandinavi, o per Gli Stati Generali di gennaio 2016, sempre sui paesi scandinavi e con uno sguardo anche oltre ai confini europei, per arrivare a Lia Celi su Lettera43 di ieri, secondo cui il femminicidio è un fenomeno atavico. Che non dipende da cultura, educazioneo leggi.

Ed ultimo, ma primo cronologicamente tra gli articoli citati, un post del 2012 sul blog llaM gaM nel quale (oltre al ricorrente tema dei paesi del nord) l’autore propone una personale riflessione a 360° sull’arogmento, con una lunga analisi attuale seppur leggermente datata nel tempo.

Forse è il caso di provare a fare il punto della situazione, e magari farsi qualche domanda, anche considerando che il discorso pubblico in merito potrebbe tenersi ben vivo nei mesi a venire, o addirittura salire ulteriormente in diffusione e intensità.

[Il] dibattito in corso, che di per sé non sembra tendere a eccessivi livelli di raffinatezza, bensì a smuovere emotivamente e polarizzare per identità contrastanti: è in corso una guerra che produce morti, bisogna decidere se stare da una parte o dall’altra, non si accettano compromessi, tentennamenti, obiezioni o domande.

 

Immagine via Wikimedia Commons


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