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I filologi e le “fake news”

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A cura di @Narno

Claudio Lagomarsini è un 32enne filologo romanzo (qui qualche notizia) che sta lavorando con altri alla prima edizione critica di un ciclo di poemi inediti su re Artù.

La filologia è nota anche come critica del testo, e questo nome fa capire che la si può, anzi dovrebbe applicare anche alle notizie non verificate, alle vere e proprie bufale, ai pezzi satirici scambiati per fatti: da dove viene ciò che leggo? Quanto è affidabile la mia fonte diretta? Come posso risalire a fonti precedenti, fino magari a quella originaria? Come posso trovare o sospettare errori, cambiamenti o vere manipolazioni?

Si tratta in fondo di (auto)educare il pensiero, di partire dalla elementare ma non abbastanza diffusa nozione che un testo «non è un dato ma un processo» – tanto più fluido e meno governabile nell’era dell’editing istantaneo e degli URL che scompaiono o che vengono solo copincollati, come se un URL fosse un dato ininfluente ed estraneo al meccanismo di costruzione del testo.

 

*L’articolo è uscito pochi giorni fa sul Post, ma su Hookii è stato malauguratamente ignorato. Si è dunque deciso, grazie alla segnalazione, di riesumarlo e riproporlo.

Immagine da Wikimedia Commons


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