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L’università pubblica ha bisogno di fondi e non di attacchi strumentali

L’università pubblica ha bisogno di fondi e non di attacchi strumentali

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Su suggerimento di @Lowresolution

Su Internazionale i ricercatori Lorenzo Zamponi e Marta Fana, riprendono la polemica di Raffaele Cantone sulla fuga dei cervelli e spiegano che l’Università pubblica italiana è stata già “affamata” da decenni di tagli, blocchi del turnover e riforme che hanno ridotto spazi e opportunità per tutti. Ormai oltre la metà della ricercatori è precario, la maggioranza dei dottorandi non ha prospettive e la situazione è destinata a peggiorare:

Se guardiamo i numeri, infatti, la storia che emerge è ben diversa, e sembra molto più probabile che a far scappare migliaia di “cervelli” dall’Italia siano stati dieci anni di taglio sistematico del finanziamento agli atenei, di precarizzazione della ricerca, di smantellamento dell’università pubblica.

La fuga dei cervelli sarebbe dunque dovuta principalmente all’alta incertezza lavorativa complessiva del sistema e alla mancanza di opportunità per i giovani ricercatori.

I due ricercatori concludono con una riflessione sulla “retorica del merito” che, secondo loro, è un modo per aumentare la competizione tra ricercatori e le disuguaglianze e alla fine per praticare una selezione su fondi sempre più scarsi tra atenei. Una competizione che premia non i più bravi a fare ricerca ma a ottenere finanziamenti e pubblicazioni dove conta.


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