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Non se ne può più delle lamentazioni sulla marginalità della poesia (e anche del loro contrario)

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A cura di @hapax legomenon

Torniamo a parlare di poesia con un interessante articolo sulla poesia e sulla bellezza dello scrittore Giulio Mozzi.
Assunto il dato di certa declinazione egoica che trapela nei riguardi della propria posizione d’autore, tutto il resto è una analisi interessante su più piani: primo tra tutti quello inerente al tema “bellezza” (Kemeny,, per citare una voce importante che della “bellezza” ha fatto una missione, o Zanzotto che ha sottolineato il concetto di “beltà” per citare due contemporanei) fondamentale in quanto espressione dell’etica. E la poesia, sebbene non rivesta alcun compito, è capace di indicazioni poiché si dirige laddove è il pensiero. Poi, il testo argomenta con quella tipica andatura mozziana che sta tra narrativa e analisi critica, così da togliere austerità a un articolo che potrebbe essere accademico, noioso, dedicato a pochi e invece capace di raggiungere più lettori grazie a certa arguzia, ironia, lieve sarcasmo.

Chi
da una poesia
si aspetta la salvezza
dovrebbe piuttosto
imparare
a leggere poesie

Chi
da una poesia
non aspetta alcuna salvezza
dovrebbe piuttosto
imparare
a leggere poesie.

(LEGGERE POESIE di Erich Fried)

 

Immagine tatta da Pixabay.


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