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La normalizzazione dell’uso delle armi chimiche in Siria [EN]

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Su suggerimeto di @Ander Elessedil

Pochi giorni fa un bombardamento con armi chimiche su Aleppo ha provocato un paio di morti e una dozzina di intossicati. E’ stato l’ultimo di varie dozzine avvenute negli ultimi anni in Siria.

Un articolo sul Guardian analizza la questione soprattutto dal punto di vista della totale assenza di condanna da parte della comunità internazionale e dal rischio che ciò comporta.

Le armi chimiche continuano a venire usate nella completa impunità con il preciso intento di terrorizzare la popolazione civile nelle aree sotto il controllo dei ribelli. Ormai attivisti e medici attendono l’attacco dopo una vittoria militare o un altro evento negativo per il regime di Damasco, come avvenuto con l’ultimo episodio ad Aleppo oppure a seguito dell’abbattimento di un elicottero russo nella cittadina di Saraqeb pochi giorni prima.

L’attacco è solitamente portato avanti, negli ultimi episodi, con gas di cloro, molto meno letale del Sarin usato nel 2013 ma molto più difficile da tracciare e disponibile in quantità industriali senza troppi problemi, sganciato a mezzo di bombe da elicotteri.

Il rischio, sottolineato anche da Amnesty International e altre ONG, è la normalizzazione del suo uso legata all’assenza di conseguenze per i perpetratori. Commettere crimini di guerra è diventata la nuova normalità in Siria.

 

Immagine di Christiaan Triebert via Wikimedia Commons, CC BY 2.0


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